Si potrebbe pensare che l'Apple Watch sia un modo più comodo di usare l'iPhone, senza doverlo tirar fuori dalla tasca.
Si potrebbe anche pensare che si tratti di uno smart watch, ossia un'evoluzione dei vecchi orologi da polso che già tanti anni or sono iniziarono ad essere digitali e con tanto di sveglie e giochi e, in alcuni casi, GPS.
Si potrebbe poi pensare che fitness e salute siano la sua ragion d'essere: sembra infatti che già almeno un uomo sia stato salvato grazie all'Apple Watch.
Apple Watch Sport |
Ma non si tratta solo delle anteprime delle app disponibili semplicemente scorrendo un dito verso l'alto, cioè gli sguardi propriamente detti.
Quando diciamo "Hei Siri, quanto dista Torino da Milano?" oppure "Hei Siri, domani ricordami di comprare il biglietto del treno quando arrivo in stazione" è come se volgessimo lo sguardo verso il nostro assistente per indicargli come sollevarci da un impegno.
Ed è lo stesso quando controlliamo le calorie bruciate o il battito cardiaco: diamo uno sguardo alla nostra salute con un gesto, un movimento di polso, che è tutt'altro dallo sbloccare l'iPhone, avviare l'app Salute oppure tener premuto il tasto home fino a svegliare Siri. In ogni caso il gesto che avvia il contatto è quasi trasparente, proprio come uno sguardo, mentre tutta la nostra attenzione può essere concentrata sull'informazione che stiamo gestendo.
Una volta che si percepisce l'Apple Watch come uno sguardo, si capisce anche quale sia il criterio per misurarne il valore: quante azioni utili a semplificarmi la vita riesco a compiere senza accorgermi di averlo al polso?
La mia risposta, per il primo Apple Watch, è: molte. Posso chiedere a Siri il significato di una parola, la distanza tra due città, di annotare un impegno, dove ha giocato la Juventus la sua ultima partita, quali film ci sono nei cinema vicini a me.
Tutto ciò solo inclinando il polso e parlando. Con un rapido sguardo.