Questo romanzo mi ha evocato ciò che canta Battiato in Eri con me: "Ciò che deve accadere accadrà perché è già accaduto". Si tratta di una proprietà dell'esperienza strana e difficile da accettare e che tendiamo a dimenticare, specialmente nel momento in cui per vigliaccheria o debolezza scegliamo la via più comoda per affrontare, o non affrontare, i problemi.
Dimmi la verità, di Adam Rosssi |
Bernardo, il protagonista di "Dimmi la verità", si trova in quella situazione, in cui il quieto vivere si presenta come valore assoluto, per sé e per chi si ama, tanto da non esitare a mettere la testa sotto la sabbia e violare, per negligenza, un diritto altrettanto assoluto: ed ecco che il male fatto nel passato si avvita al futuro.
Ed emerge nel terribile presente di Bernardo, in una forma cieca di vendetta inevitabile: "Non mi fa sentire bene averlo ucciso, ma era giusto così". Così il futuro avvitato al passato esplode nel presente.
Bernardo è un uomo buono, colpevole di una debolezza imperdonabile: è una contraddizione etica che solo la morte sembra poter sanare, ripristinando, su una scia di sangue, l'ordine di passato, presente e futuro.
D'altra parte anche nella rovina di chi sarà la mano armata della morte c'è spazio per sentimenti autentici di amicizia e lealtà, a mostrarci come sempre che la contrapposizione è il motore degli eventi e che non esiste un "cattivo assoluto", ma spesso solo una persona che soffre oltre la sua capacità di soffrire.
La trama, di cui qui non posso accennare nulla senza rovinarvi la lettura, sorprende man mano che si esplica e non delude fino alle ultime pagine, che tingono ancora più di nero il potere dell'egoismo e, in ultima analisi, la capacità limitatissima che gli uomini hanno guardare dritto negli occhi il male.