domenica 13 settembre 2015

Quello che non uccide, di David Lagercrantz

Con quale spirito si inizia la lettura del seguito di un capolavoro del thriller - già essendo un tale seguito rischioso - consapevoli di leggere un altro scrittore?

Come spesso capita nelle cose umane, si è avvolti da un insieme incoerente di sensazioni: aspettativa e scetticismo, curiosità e disillusione, attesa e frustrazione, fantasia e delusione. Insomma: con il timore ed il desiderio di trovarsi di fronte ad un prodotto commerciale, privo della tensione dell'originaria trilogia Millennium.

"Was mich nicht umbringt, macht mich starker. Quello che non uccide, fortifica." Questo il leitmotif del romanzo.

Quello che non uccide, di David Lagercrantz
Quello che non uccide,
di David Lagercrantz
Ma iniziamo con l'autore e le sue opere precedenti: la più celebre, la biografia di Zlatan Ibrahimovic, senza dimenticare la meno celebre biografia di Alan Turing. Lo scenario è una carriera da giornalista, per molto tempo di cronaca nera.

Interessante è leggere direttamente le parole di Lagercrantz in questa intervista rilasciata a linkiesta.it: intervista a David Lagercrantz.

Affascinante la segretezza nella quale il romanzo è stato concepito, scritto utilizzando un computer mai connesso a internet, temendo gli hacker ed i cracker, le trasposizioni nella vita reale di Lisbeth Salander e delle vicende che la travolgono.

Incalzante il ritmo ed avvincente la narrazione.

Tuttavia - lo dico da grande appassionato di Millennium, dei primi tre volumi di Millennium - la trama mi ha profondamente deluso: troppo elementare, prevedibile, non regge il confronto con il grandioso affresco che Larsson seppe creare.

Ovviamente non posso qua argomentare questa mia delusa sensazione, ma spendo ancora qualche parola per raccontare quale pensiero ne è derivato: la necessità di accettare che la morte di Larsson chiude la vicenda di Millennium e l'impossibilità di leggere il vero, autentico Millennium 4.

In fondo il tentavo di Lagercrantz è il tentativo, in veste letteraria, che l'uomo da sempre persegue, fallendo: arginare il silenzio che segue la morte.