giovedì 30 luglio 2015

Se non lo scrivi non esiste

Com’è quella storia? “Se non lo scrivi non esiste”.

Frasetta semplice che contiene più verità di quanta non risulti in apparenza, leggendola o ascoltandola distrattamente.

Consideriamo, per esempio, il ragazzo che guarda il lucchetto che tiene chiusa la porta di casa, senza avere la forza e la volontà di aprirlo ed entrare. O di andarsene, in alternativa.

Tra sé pensa: ho la chiave in tasca. Basta infilarvi la mano, afferrarla e usarla. Anche se… be’, affondando la chiave nella tasca potrei scoprire di averla persa e sarei nei guai: chiuso fuori di casa per sempre.

E’ una situazione stancante.

Tra l’altro le nuvole si stanno addensando in cielo, con promessa di pioggia.

Ed un vicino di casa, dal balcone, osserva perplesso e con sospetto.

Mentre il lucchetto è lì, immoto e cocciuto.

La tasca è a portata di mano: un gesto veloce, anche distratto, sarebbe sufficiente a riavviare la bobina della vita, che si è arrestata di fronte a quel lucchetto chiuso, come in un riposante e straniero annullamento del tempo.

Sempre sperando che la chiave sia effettivamente in tasca: le tasche hanno la loro vita, non le controlli mai completamente e possono sorprendere quando rivelano il loro contenuto.

Il ragazzo che guarda il lucchetto pensa: mi sono avvitato in un eterno di indecisione, come ne esco?

Il primo tuono, accompagnato da una folata umida e fredda, produce una crepa in quell’eterno strano che ha fermato tutto.

Il ragazzo non guarda più il lucchetto e prende a frugare tra nelle tasche, nella borsa, nello zaino: ma non cerca la chiave.

Cerca e infine li trova: un block notes, sgualcito, ed una matita, con la punta mezza rotta.

Sfoglia fino alla prima pagina bianca e scrive: “Non posso non dirglielo”.

Quella doppia negazione ad affermare l’esigenza di una comunicazione importante, appena scritta, lacera ogni sospensione di vita: ormai è scritto.

Le prime gocce di pioggia, ma senza seguito: il temporale si ritira, come sconfitto prima della battaglia.

“Non posso non dirglielo”: ormai è scritto.


Il ragazzo libera la porta dal lucchetto e riapre al fluire del tempo.