lunedì 24 agosto 2015

Elementare primordiale: Prologo, di Zeno

Scrivere: è il dovere che erompe dalle mie viscere. Se la parola non è la cifra del mondo, certamente l'evocazione è la cifra del mondo. E scrivere è un esercizio di evocazione.

C'è tanto di nascosto dentro l'uomo, che deve essere detto, perché cova in noi: ed io non so dirlo. La poesia è però capace - confido in essa - di traguardare la suggestione del poeta, di cogliere più di quanto le parole maldestramente ammonticchiate ripetano. La poesia evoca.

Poi il silenzio. Silenzio dentro, come un'oscurità feconda. Da anni ormai non ho il dono di un silenzio; ho il terrore di non saper un giorno più distinguere il rumore. Allora chiudo tutto il silenzio che in me matura nei versi.

E con il silenzio la musica, che mi tocca, che pizzica i nervi dei miei sogni ed è la materia della mia serenità.

Io non so che cosa la musica sia, né il silenzio, né le parole: ho solo una grande voglia di sentire tutto questo suonare nell'aria.

Zeno

Elementare primordiale: I