domenica 24 maggio 2015

"Un pezzo di uomo", di Kari Hotakainen

Quando si dice un pezzo d'uomo, solitamente si vuole evocare la salute, il vigore, la virilità di un uomo nel pieno dei suoi anni migliori: lo si pronuncia con slancio, come ad imitare l'energia che da quell'espressione è descritta.

Bene: non è questo il significato del titolo dell'ottimo libro su cui in questo post voglio lasciare un personalissimo commento.
Nello spirito di "Un pezzo d'uomo", lascerò al mio lettore immaginare in quale altro senso il titolo possa essere considerato. L'approccio narrativo è infatti allusivo: il significato dei fatti si svela gradatamente, con l'intrecciarsi degli stessi ed il racconto di ciò che ne pensano i protagonisti.

L'occasione da cui prende le mosse il romanzo pare casuale, una cornice entro cui tratteggiare molti dei più potenti sentimenti umani che gravitano attorno al nucleo umano più radicato: la famiglia.

La storia in cui veniamo proiettati accoppia fallimenti e menzogna, ricchezza e noia, morte e noncuranza, silenzio e vendetta: l'accoppiamento si sviluppa navigando le contraddizioni che muovono gli eventi e rispetto alle quali ci rendiamo conto ogni sera che un altro giorno è trascorso.

Eppure le contraddizioni non sono assolute, bensì temporanee, perché nonostante tutto arriva il momento in cui i conti sono pareggiati e la contraddizione, pur permanendo con tutto il suo dolente peso, si appiana e si consegna al passato.

Dicevamo che l'occasione da cui si inizia il romanzo pare casuale: uno scrittore in crisi creativa, e non solo, compra i ricordi di una signora, a partire dai quali intesse una storia, in parte riportando in parte inventando. A ben vedere il legame invece è ben presente, strutturale, perché il racconto si snoda nel confronto tra la signora che ha venduto i propri ricordi e lo scrittore, confronto e conflitto tra verità e invenzione: ulteriore contraddizione che muove il romanzo in quanto irrisolta e irresolubile.

In conclusione: un libro da gustare nella sua architettura e, non di meno, nel dedalo di aforismi da cui è disseminato. Uno per tutti: "Ed è qui il problema del male, che è ingannevole quanto la bontà infinita".