sabato 25 luglio 2015

"Colomba", di Dacia Maraini - Seconda parte

"Ti prego, raccontami una storia! Solo le storie fermano il tempo": una storia, le storie che sono come grotte all'interno delle quali se ne aprono altre, a volte più grandi, a volte minuscole - la storia, quella con la s minuscola che intride l'altra, quella dei libri di Storia, è la protagonista di "Colomba".

"Colomba", di Dacia Maraini
"Colomba", di Dacia Maraini
Il racconto delle storie appare come la struttura del mondo, ciò che rende gli eventi umani, accogliendo speranze, rancori, dimenticanze e perdite. La narrazione è al tempo stesso la misura dello scorrere del tempo ed il farsi eterno degli accadimenti: questa contraddizione si presenta piuttosto come un dialogo tra punti di vista, come chi sta in basso chiama "salita" una pendenza, mentre chi sta in alto, con altrettanta ragione, la chiama "discesa".

E la ricerca, paziente e tenace: la ricerca è l'altra grande protagonista che plasma i giorni di Zaira, nonna alla ricerca della nipote Colomba, scomparsa nel nulla e senza apparente ragione.

Da notare è lo spirito con cui Zaira affronta la ricerca di Colomba, che ha un tratto molto deciso e per nulla scontato: non vi è mai disperazione, nonostante i momenti di sconforto. Colpisce come vagando nei boschi sulle tracce della nipote probabilmente morta, come tutti credono, Zaira rimanga sensibile alla bellezza della natura: "La bellezza può consolare di ogni perdita, si dice, dimenticando di masticare il pezzo di pane che ha in bocca".

In conclusione, "Colomba" è un romanzo che mima il modo che ha la vita di educarci: schiaffeggiandoci, dandoci respiro e di nuovo colpendoci e lasciandoci talvolta meravigliati e immemori di noi dinnanzi alla sua bellezza.

"Colomba", di Dacia Maraini - Prima parte