"Com'era il detto popolare? I cristiani fanno le guerre, i musulmani le case, gli ebrei i quattrini."
"I custodi del libro", di Geraldine Brooks |
Il protagonista è un libro, così tanto amato lungo i suoi cinquecento anni di vita, che trasmuta da cosa ad anima; e se il suo contenuto, l'uscita del popolo ebraico dall'Egitto, è il pretesto storico con il quale è messo al mondo, le pagine dell'Haggadah spiccano un volo più alto e universale.
Infatti l'Haggadah ha una caratteristica singolare per un testo ebraico: possiede delle stupende miniature, che illustrano un momento fondamentale di un popolo la cui religione vieta di raffigurare le cose del mondo.
Spetta ad una esperta restauratrice e tormentata e inespressa donna occidentale di svelare il mistero di quella singolarità, la cui origine, quando la leggerete, vi sorprenderà e commuoverà.
A noi lettori l'autrice dà il privilegio di osservare "dal vivo", come in un microscopio temporale, le storie che l'Haggadah attraversa e che la restauratrice intravede per indizi, mettendoci in un'intrigante posizione in cui sappiamo "di prima mano" ciò su cui la nostra eroina indaga.
E da quel punto di vista privilegiato scorgiamo che, oltre la nebbia della sua più inumana crudeltà, l'uomo sa spiccare il volo avendo come propellente e punto d'appoggio le sue stesse debolezze, superate e trasfigurate nell'atto dell'aver cura.