sabato 15 agosto 2015

"I custodi del libro", di Geraldine Brooks

"I custodi del libro" accompagna il lettore nel cuore crudele e innocente dell'uomo, così come lo abbiamo vissuto noi occidentali, insieme ai nostri fratelli d'Oriente, nell'ultimo mezzo millennio.

"Com'era il detto popolare? I cristiani fanno le guerre, i musulmani le case, gli ebrei i quattrini."

"I custodi del libro", di Geraldine Brooks
"I custodi del libro", di Geraldine Brooks
Ho scelto di citare questa frase perché racchiude, secondo me, la pulsazione del romanzo, che intreccia la crudeltà e l'innocenza delle tre religioni monoteiste, disegnando personaggi indimenticabili: credetemi, queste storie vivranno in voi, silenziose e vivide, ben oltre l'aver voltato l'ultima pagina.

Il protagonista è un libro, così tanto amato lungo i suoi cinquecento anni di vita, che trasmuta da cosa ad anima; e se il suo contenuto, l'uscita del popolo ebraico dall'Egitto, è il pretesto storico con il quale è messo al mondo, le pagine dell'Haggadah spiccano un volo più alto e universale.

Infatti l'Haggadah ha una caratteristica singolare per un testo ebraico: possiede delle stupende miniature, che illustrano un momento fondamentale di un popolo la cui religione vieta di raffigurare le cose del mondo.

Spetta ad una esperta restauratrice e tormentata e inespressa donna occidentale di svelare il mistero di quella singolarità, la cui origine, quando la leggerete, vi sorprenderà e commuoverà.

A noi lettori l'autrice dà il privilegio di osservare "dal vivo", come in un microscopio temporale, le storie che l'Haggadah attraversa e che la restauratrice intravede per indizi, mettendoci in un'intrigante posizione in cui sappiamo "di prima mano" ciò su cui la nostra eroina indaga.

E da quel punto di vista privilegiato scorgiamo che, oltre la nebbia della sua più inumana crudeltà, l'uomo sa spiccare il volo avendo come propellente e punto d'appoggio le sue stesse debolezze, superate e trasfigurate nell'atto dell'aver cura.