Domenica 2 agosto 2015, uno dei rarissimi giorni in cui ebbi l’ispirazione di leggere un quotidiano, acquistai il Sole 24 Ore: l’edicolante mi consegnò il foglio tra le cui pagine trovai, omaggio, un libricino. Si trattava di “Un treno per l’inferno e altri racconti”, di Giorgio Scerbanenco.
La raccolta è composta da tre racconti, due brevissimi ed uno più corposo.
"Un treno per l'inferno e altri racconti", di Giorgio Scerbanenco |
“Un treno per l’inferno” è il primo. Poche pagine per costruire un evento lampo, il senso della stanchezza di esistere di una generazione ed il crimine che vi si insinua, come un falso fratello compagno di sballo.
“L’uomo più solo del mondo” è il secondo, più ampio racconto. La trama è priva di pretese e di originalità, come spesso è la vita quotidiana delle persone, anche nei momenti più suggestivi, nel bene e nel male.
Eppure le parole restituiscono l'umanità degli accadimenti con forza e lucidità.
Al termine della cinquantina di pagine che lo compongono, mi sono stupito per il coinvolgimento cinematografico da cui sono uscito: da lettore come spettatore di un film. Ho avuto la sensazione di uscire dagli occhi e dalla sensibilità del protagonista.
“Morte a pagamento” chiude la raccolta. Come il primo, anche l’ultimo racconto è brevissimo, ma più ammiccante. La trama ha la struttura del giallo: un omicidio da risolvere, un commissario iper-sensibile e un assassino da “dolo eventuale” che al termine ci sbatte candidamente in faccia quanto atroce possa essere l’uomo.
I tre racconti scelti dal Sole 24 Ore sono un'ottima introduzione all'autore: impossibile che non venga voglia di leggere almeno un romanzo di Scerbanenco: l'efficacia con cui il lettore è immediatamente catturato dalla narrazione è particolare, sottile, da conoscere.